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Giornata del rifugiato: “Immigrazione, problema politico e sociale per l’Europa. Serve un’Unione più determinata”

by Redazione

di Beppe Casucci

Malgrado la forte pioggia, in molte centinaia di migranti, rifugiati e cittadini italiani, hanno partecipato sabato scorso alla manifestazione nazionale – tenutasi al Colosseo a Roma – per protestare contro la strage nel Mediterraneo. Hanno chiesto all’Italia e all’Europa una nuova politica in materia d’immigrazione e asilo. L’occasione era data dalla giornata internazionale del rifugiato (che si celebra ogni anno, il 20 giugno) ed ha visto molte altre iniziative svolgersi nelle principali città italiane. L’evento è stato organizzato da un cartello di oltre 200 associazioni, con il decisivo contributo della partecipazione e mobilitazione delle confederazioni sindacali: Cgil, Cisl, Uil, erano presenti con loro quadri e iscritti da varie città d’Italia e – per quanto riguarda la UIL e la Cgil – sono state rappresentate nei comizi dai propri segretari generali. «Serve un’Europa più determinata a risolvere i problemi dell’impatto di questo esodo biblico – ha esordito il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo. Che ha poi aggiunto: “è necessario andare in questi Paesi per cercare di realizzare quella solidarietà e quello sviluppo economico che impedisca alla gente la necessità di esodare”.

“La sensibilità della nostra popolazione verso il dramma che si sta consumando in Nord Africa aumenta – ha continuato il numero uno della UIL – ma purtroppo cresce anche l’insensibilità di coloro che vorrebbero un’Europa xenofoba. Per questo motivo l’Europa non può lasciare sola l’Italia”. In conclusione del suo intervento Barbagallo ha aggiunto: “C’è un esodo biblico che non si può affrontare facendo muro. Pozzallo è più a sud di Tunisi: di quali confini parlano? Bisogna intervenire con la solidarietà nei luoghi di origine”.

Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, intervenuta subito dopo, ha detto che: «bisogna smettere con lo scaricabarile e affrontare i problemi, ripartendo dal fatto che coloro che abbandonano Paesi in guerra sono innanzitutto persone che vanno salvaguardate. Bisogna fare una grande attenzione perché il fatto che un Paese come l’Ungheria preveda la possibilità di costruire muri ci dice quale profondissima crisi stia attraversando l’Europa».

Tra le principali richieste avanzate dai promotori dell’organizzazione: 1) salvare vite umane attraverso un’azione puntuale di search and rescue; 2) rivedere il regolamento di Dublino dando la possibilità a chi ne ha diritto di fare domanda d’asilo anche nei Paesi di transito; 3) contrasto al fenomeno della tratta, con la creazione di corridoi umanitari d’ingresso legale in Europa e soprattutto 4) maggiore impegno europeo sul tema dei migranti e dei rifugiati.

Protagonisti della manifestazione anche molti gruppi di migranti e rifugiati. Jean-Renè, nativo del Camerun, vive da 16 anni in Italia. Ha detto: «Siamo qui per affermare le ragioni dell’accoglienza e di un approccio umanitario al dramma che si consuma nel Mediterraneo, dove rischiano di morire migliaia di persone (oltre a quelle che sono già morte): esseri umani che fuggono da situazioni disastrose, dalla miseria, dalla guerra, dalla fame e dalla malattia. L’Europa non può pensare di chiudersi come un’ostrica guardando da un’altra parte».

Un altro gruppo di migranti reggeva i cartelli: «Siamo rifugiati per colpa della dittatura Eritrea». «Basta rimanere in mezzo alla strada». Sotto il palco era esposto uno striscione realizzato dai profughi che da giorni vivono nei pressi della stazione Tiburtina: recitava la scritta «lasciateci passare». Uno degli organizzatori della manifestazione, ha spiegato che loro «vogliono andar via dall’Italia e sono venuti in pochi qui oggi perché hanno paura di essere identificati. Non vogliono chiedere asilo in Italia ma in altri Stati del Nord Europa. Bisogna lasciarli passare, bisogna superare il regolamento di Dublino».

Di rilievo anche l’intervento di Don Tonio dell’Olio, per l’associazione ‘Libera’, che ha ribadito, come il razzismo sia oggettivamente complice di chi organizza la tratta delle persone attraverso il Mediterraneo.

Erano presenti alla manifestazione anche delegazioni straniere, tra cui rappresentanti dei sindacati spagnoli UGT e Comisiones Obreras, oltre ai molti messaggi pervenuti dall’Europa e dal mondo. In conclusione della manifestazione, mentre stava iniziando un nuovo acquazzone, è intervenuta la segretaria confederale di Commissione Obrerars, la sindacalista Monserrat Mir, che ha portato il saluto e la solidarietà del sindacato iberico, che critica fortemente la politica del proprio Governo e dell’Europa in materia di migranti e rifugiati.


Giornata del rifugiato: “Immigrazione, problema politico e sociale per l’Europa. Serve un’Unione più determinata”

by Redazione

di Beppe Casucci

Malgrado la forte pioggia, in molte centinaia di migranti, rifugiati e cittadini italiani, hanno partecipato sabato scorso alla manifestazione nazionale – tenutasi al Colosseo a Roma – per protestare contro la strage nel Mediterraneo. Hanno chiesto all’Italia e all’Europa una nuova politica in materia d’immigrazione e asilo. L’occasione era data dalla giornata internazionale del rifugiato (che si celebra ogni anno, il 20 giugno) ed ha visto molte altre iniziative svolgersi nelle principali città italiane. L’evento è stato organizzato da un cartello di oltre 200 associazioni, con il decisivo contributo della partecipazione e mobilitazione delle confederazioni sindacali: Cgil, Cisl, Uil, erano presenti con loro quadri e iscritti da varie città d’Italia e – per quanto riguarda la UIL e la Cgil – sono state rappresentate nei comizi dai propri segretari generali. «Serve un’Europa più determinata a risolvere i problemi dell’impatto di questo esodo biblico – ha esordito il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo. Che ha poi aggiunto: “è necessario andare in questi Paesi per cercare di realizzare quella solidarietà e quello sviluppo economico che impedisca alla gente la necessità di esodare”.

“La sensibilità della nostra popolazione verso il dramma che si sta consumando in Nord Africa aumenta – ha continuato il numero uno della UIL – ma purtroppo cresce anche l’insensibilità di coloro che vorrebbero un’Europa xenofoba. Per questo motivo l’Europa non può lasciare sola l’Italia”. In conclusione del suo intervento Barbagallo ha aggiunto: “C’è un esodo biblico che non si può affrontare facendo muro. Pozzallo è più a sud di Tunisi: di quali confini parlano? Bisogna intervenire con la solidarietà nei luoghi di origine”.

Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, intervenuta subito dopo, ha detto che: «bisogna smettere con lo scaricabarile e affrontare i problemi, ripartendo dal fatto che coloro che abbandonano Paesi in guerra sono innanzitutto persone che vanno salvaguardate. Bisogna fare una grande attenzione perché il fatto che un Paese come l’Ungheria preveda la possibilità di costruire muri ci dice quale profondissima crisi stia attraversando l’Europa».

Tra le principali richieste avanzate dai promotori dell’organizzazione: 1) salvare vite umane attraverso un’azione puntuale di search and rescue; 2) rivedere il regolamento di Dublino dando la possibilità a chi ne ha diritto di fare domanda d’asilo anche nei Paesi di transito; 3) contrasto al fenomeno della tratta, con la creazione di corridoi umanitari d’ingresso legale in Europa e soprattutto 4) maggiore impegno europeo sul tema dei migranti e dei rifugiati.

Protagonisti della manifestazione anche molti gruppi di migranti e rifugiati. Jean-Renè, nativo del Camerun, vive da 16 anni in Italia. Ha detto: «Siamo qui per affermare le ragioni dell’accoglienza e di un approccio umanitario al dramma che si consuma nel Mediterraneo, dove rischiano di morire migliaia di persone (oltre a quelle che sono già morte): esseri umani che fuggono da situazioni disastrose, dalla miseria, dalla guerra, dalla fame e dalla malattia. L’Europa non può pensare di chiudersi come un’ostrica guardando da un’altra parte».

Un altro gruppo di migranti reggeva i cartelli: «Siamo rifugiati per colpa della dittatura Eritrea». «Basta rimanere in mezzo alla strada». Sotto il palco era esposto uno striscione realizzato dai profughi che da giorni vivono nei pressi della stazione Tiburtina: recitava la scritta «lasciateci passare». Uno degli organizzatori della manifestazione, ha spiegato che loro «vogliono andar via dall’Italia e sono venuti in pochi qui oggi perché hanno paura di essere identificati. Non vogliono chiedere asilo in Italia ma in altri Stati del Nord Europa. Bisogna lasciarli passare, bisogna superare il regolamento di Dublino».

Di rilievo anche l’intervento di Don Tonio dell’Olio, per l’associazione ‘Libera’, che ha ribadito, come il razzismo sia oggettivamente complice di chi organizza la tratta delle persone attraverso il Mediterraneo.

Erano presenti alla manifestazione anche delegazioni straniere, tra cui rappresentanti dei sindacati spagnoli UGT e Comisiones Obreras, oltre ai molti messaggi pervenuti dall’Europa e dal mondo. In conclusione della manifestazione, mentre stava iniziando un nuovo acquazzone, è intervenuta la segretaria confederale di Commissione Obrerars, la sindacalista Monserrat Mir, che ha portato il saluto e la solidarietà del sindacato iberico, che critica fortemente la politica del proprio Governo e dell’Europa in materia di migranti e rifugiati.


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